Quando finirà la guerra in Ucraina? quali le leve per raggiungere la pace? Il libro del Professor Gaetano Colonna risponde a tali quesiti, rileggendo la storia dei due Paesi dal secolo scorso ad oggi.
Il libro, già alla seconda ristampa grazie agli ottimi riscontri di pubblico e critica, ripercorre le vicende dell’ultimo secolo mettendo in evidenza i molti fattori in comune dei due popoli.
Una lettura lucida e spassionata della guerra in atto, che considera i popoli più che i governi, i punti di contatto e di convergenza più che quelli di distanza e di contrasto.
Ciò per indicare la possibile risoluzione di una guerra violenta, anacronistica, inaccettabile e che non conviene a nessuno, occidente compreso.
Uno “strumento di lavoro”, come lo ha definito il grande storico Franco Cardini, utile a comprendere gli accadimenti, smontando fake news alimentate dalla scarsa conoscenza della storia contemporanea e dall’ondata emotiva.
La pace è quindi possibile? Quando finirà il conflitto? Il ruolo della comunità internazionale è cruciale per agevolare tutto questo?
Quanto incidono, oggi, posizioni politiche ed economiche dei Paesi occidentali nel favorire il processo di pace?
E l’Italia potrebbe giocare ancora un ruolo decisivo come promotore del dialogo?
Sono queste le domande a cui l’autore cerca di rispondere, ponendo la storia come vera cronista, raccontando i fatti più recenti, gli assetti geopolitici stabiliti dopo la seconda Guerra mondiale e dopo la Guerra Fredda, le questioni energetiche, i rapporti tra Europa Occidentale/Nato/Usa degli ultimi decenni, e le repentine crisi emerse nel dialogo internazionale dopo la pandemia.
«L’identità nazionale di un popolo – spiega Colonna – anche nel caso dell’Ucraina è un fatto prima di tutto culturale e ideale, spirituale insomma, non politico. Se davvero si vuole la pace, Russia e Ucraina possono su questo terreno trovare un punto d’incontro, visti i loro forti legami linguistici, storici, artistici, religiosi”.
Il dramma che l’Ucraina sta oggi affrontando – si legge – è connesso in profondità alla storia europea e al suo speciale rapporto con i popoli slavi, in primo luogo con la Russia.
Il libro è quindi un’occasione anche per ripensare l’identità europea e la prospettiva unitaria del continente, superando logiche di potenza con cui si continuano a concepire i rapporti fra i popoli.
Per porre le condizioni per una pace giusta, in grado di risolvere un conflitto del tutto anacronistico, che mette a repentaglio non solo le vite di civili senza colpa, da entrambe le parti, ma anche il futuro dei popoli europei.