Tratto dal romanzo dell’olandese Guus Kuijer, allo spettacolo collabora anche l’illustratrice Beatrice Alemagna, che si è occupata del disegno di scene e costumi.
Per la stagione teatrale 2022/2023 Bam!Bam! Teatro e Teatro Pan portano in Italia la loro nuova produzione. Dopo aver debuttato in Svizzera al FIT Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea, arriva finalmente sul palcoscenico del Teatro Ristori di Verona in prima nazionale, domenica 5 febbraio, alle 17, Il libro di tutte le cose, spettacolo coprodotto con LAC Lugano Arte e Cultura e che vede anche la collaborazione dell’illustratrice Beatrice Alemagna, la partecipazione di Unicef Italia e il patrocinio di Telefono Rosa.
Tratto dall’omonimo romanzo di Guus Kuijer, che gli è valso il Premio Andersen 2010, Il libro di tutte le cose è un potente testo di formazione per ragazzi (lo spettacolo è consigliato a tutti a partire dagli 8 anni). In questo adattamento, fatto dallo stesso regista Lorenzo Bassotto e dall’aiuto regista Monica Ceccardi, il pubblico assisterà alle vicissitudini di Thomas, un bambino che vive in un mondo fantastico e si nutre di sogni vivi e coloratissimi, ama la ragazza più bella del mondo (che agli occhi degli altri però è zoppa e diversa), si confessa con una piantina che nella sua fantasia ha la voce di Gesù ed è fermamente deciso a diventare felice. Lo stesso Thomas, però, vive anche in un mondo cupo e doloroso, nel quale suo padre spesso diventa una strana e violenta creatura che getta lui, sua madre e sua sorella nello sconforto e nella paura. Ma Thomas, come ci racconta attraverso il suo diario, Il libro di tutte le cose appunto, troverà la forza in sé e fuori di sé per liberarsi e liberare la sua famiglia.
Per questa coproduzione internazionale le scene e i costumi sono stati disegnati dall’illustratrice Beatrice Alemagna, che per la prima volta ha messo la sua visione e la sua creatività in scena, immaginando i personaggi con fattezze animali e la casa come la loro tana, che cambia e muta a seconda delle necessità. Ecco, quindi, il padre ricordare un rapace, la madre una formica operosa, la sorella una volpe e la signora Van Ameersfoort una protettiva lumaca. Sul palco Lorenzo Bassotto, Cinzia Morandi, Viviana Gysin e Roberto Maria Macchi si muovono in questa scena modulare, realizzata da Roberto Maria Macchi, che si trasforma sotto gli occhi dello spettatore, creando ambienti e situazioni emozionali differenti e creando curiosità per il non visto, per il nascosto delle cose… ancora una volta “vedere cose che non si vedono”. Dai disegni dell’Alemagna, i costumi sono stati realizzati da Floriana Setti e le maschere e il pupazzo da Alessandra Faienza. Le musiche originali sono di Olmo Chittò e il disegno luci di Claudio Modugno.
«Teniamo molto a questa prima nazionale per il delicato ed importante contenuto che mette in scena, adattato al linguaggio dei bambini e dei ragazzi, la ricerca di una libertà interiore, personale, autentica – il commento del maestro Alberto Martini, direttore artistico del Teatro Ristori -. Punto di riferimento culturale della città e non solo, il Teatro Ristori negli anni ha fatto sua l’attenzione particolare al mondo dei più piccoli e delle scuole con una variegata proposta di teatro di formazione che veicola i valori dell’inclusione sociale, della solidarietà e della fratellanza, dell’accoglienza del diverso e della valorizzazione dei diritti dell’infanzia».
«L’intero spettacolo è un lento frantumarsi delle marionette – spiega il regista Lorenzo Bassotto. – Ognuno, nella famiglia di Thomas, dovrà affrontare un viaggio al centro di sé stesso per liberarsi da tutto ciò che lo opprime. Un viaggio introspettivo che propone al giovane pubblico una moltitudine di temi differenti e che guida lo spettatore a riflettere sulle proprie relazioni e di quanto possa essere trascurabile quanto ci è toccato in sorte perché in ogni momento si può trovare la propria famiglia “d’anima” grazie alla quale essere pienamente sé stessi».
Lo spettacolo vede anche la collaborazione della Repubblica e Canton Ticino DECS Swisslos, Comune di Lugano e il sostegno del Dipartimento delle istituzioni e del Teatro Ristori.