Soggetto, Collettivo, Movimento. I temi del Congresso Nazionale Udi – Soggetto. Collettivo. Movimento. È attorno a queste tre parole che si riflette dal 21 al 23 ottobre 2011, in occasione del XV Congresso Nazionale UDI – Unione Donne in Italia presso la Sala Farnese di Palazzo d’Accursio, in Piazza Maggiore 6 a Bologna. Tre parole che racchiudono tutte le esperienze maturate in questi anni dall’associazione, che torna anche quest’anno a chiedersi con forza: “da chi vogliamo farci vedere e da chi vogliamo farci riconoscere per costruire un noi con le donne che sia fecondo?” Parole d’ordine per il XV Congresso: noidell’udi. Un’espressione che da sempre accompagna la storia, le lotte e le vicissitudini dell’associazione, e che racchiude il senso intimo e profondo della sua esistenza: ricercare un rapporto il più ampio possibile con le donne, senza mai smettere di chiedersi, con pazienza e tenacia, chi sono le donne con cui ci si vuole confrontare.
Lo slogan del Congresso diventa allora noidell’udi noiconledonne
È una storia che parte da lontano. Comincia nel 1944, quando nasce e si diffonde con il nome di Unione Donne Italiane sotto la forma di un’associazione di donne guidate e ispirate dalla promozione politica, sociale e culturale, senza fini di lucro. L’anno successivo il primo congresso, a Firenze. È l’anno della fine della seconda guerra mondiale, e le donne fino ad allora non hanno diritti, non hanno riconoscimenti, non hanno visibilità. Si riuniscono per costruire una cittadinanza di donne italiane partendo dalla rivendicazione di alcuni diritti: tempi di lavoro, divorzio, nuovo diritto di famiglia. È un modo forte e chiaro per contrastare il patriarcato delle istituzioni e della chiesa sulle loro vite. Nel 1982 l’UDI modifica la propria forma organizzativa, trasferendo nelle mani delle donne piena responsabilità delle sedi e della sua politica. Viene messo a punto il meccanismo dell’autoconvocazione, che segna la seconda origine dell’UDI. Negli ultimi dieci anni, i molteplici mutamenti politici, sociali ed economici verificatisi in Italia portano le donne dell’UDI a ripensare ad una nuova dimensione collettiva, proprio a partire quel femminismo che aveva messo al centro la soggettività di ciascuna. Si comincia così a ripensare al noi, un noi aperto a nuovi soggetti politici: le giovani donne e le immigrate. È così che l’acronimo UDI assume il nuovo significato di Unione Donne in Italia. La loro ambizione, la mission come si direbbe oggi, è quella di sempre: fare opinione per costringere la politica a tenere conto delle donne. Così facendo, le donne dell’UDI hanno incontrato l’indignazione, la rabbia, il fastidio di altre donne e a tutto questo hanno dato forma politica.
È con questa premessa che l’UDI si presenta ad un appuntamento importante, negli stessi giorni e nello stesso mese in cui si è tenuto il primo congresso, sessantacinque anni fa. Quello del loro Congresso L’appuntamento è preceduto da un’anteprima il 15 ottobre 2011 a partire dalle ore 9.00, che hanno chiamato, non a caso, “Libere di lavorare. L’UDI rilegge la sua storia per una nuova idea di futuro”. In questa occasione, donne dell’UDI e non si daranno appuntamento nell’aula Stabat Mater della Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna per discutere della situazione del lavoro femminile oggi, del precariato, di nuovi possibili modelli per affrontare la crisi attuale e risolverla in modo inedito. Saranno chiamate a parlare e confrontarsi, condividendo le proprie esperienze, donne dell’economia, dell’imprenditoria, del sindacato e della politica, per riflettere insieme e proporre possibili soluzioni concrete. Quattro i temi affrontati: occupazione e lavoro femminile oggi, libertà e modalità di lavoro, imprenditoria al femminile, nuovi modelli, progetti e proposte.
Alle ore 12.30, al termine della discussione, verrà inaugurata nel quadrilatero dell’Archiginnasio la mostra fotografica “Lasciatele lavorare. Donne nel mondo del lavoro”. Fotografie di Sara Colombazzi.