Sulle orme dell’Harold en Italie di Berlioz con l’Orchestre National de France – Mercoledì 3 luglio, alle 21, al Pala De André: Emmanuel Krivine sul podio e Antoine Tamestit viola solista
È dell’esibizione di una delle più prestigiose orchestre europee che si arricchisce la “sezione” sinfonica di Ravenna Festival, nonché di una compagine che questo Festival ha visto muovere i primi passi, prendendo parte alla prima edizione: era il 1990 e a dirigerla c’era l’indimenticato Pierre Boulez. Torna dunque l’Orchestre National de France, mercoledì 3 luglio alle ore 21, ospite del palcoscenico del Pala de André: sul podio colui che, dall’alto di una lunga e solida esperienza nei più importanti contesti internazionali, da un paio d’anni ne riveste il ruolo di Direttore musicale, Emmanuel Krivine. Ma a fianco della principale orchestra francese ci sarà anche un solista di primo piano come Antoine Tamestit, considerato dalla critica e dal pubblico uno dei migliori violisti del momento. È a lui che toccherà la virtuosistica parte che Hector Berlioz – del quale ricorre il 150° della morte – destina alla viola nella “sinfonia in quattro parti” Harold en Italie op. 16. In un programma che si apre sulle celebri Variazioni su un tema di Haydn op. 56° di Johannes Brahms e si completa con il poema sinfonico Mazeppa S100 di Franz Liszt. La serata è realizzata con il contributo di Publimedia Italia.
Il programma è costruito nel segno di quello spartiacque che nell’Ottocento vide contrapporsi i compositori cosiddetti innovatori e progressisti e quelli considerati conservatori e passatisti. Semplicemente, da una parte coloro che cercavano di superare i limiti della forma classica andando nella direzione non solo di un approfondito cromatismo ma anche di strutture architettoniche rinnovate, dall’altra chi entro quei limiti continuava invece a muoversi. Come Brahms, che pur nella ricchezza dell’invenzione e nella profondità dell’ispirazione – nonché dell’innovazione intrinseca al linguaggio -, impiega le strutture ereditate dal periodo classico, dalla forma-sonata a quella del tema con variazioni, come appunto è la prima vera pagina che egli dedica, nel 1873, oramai quarantenne, alla grande orchestra sinfonica: le Variazioni su un tema di Haydn op. 56a. Il punto di partenza del percorso variativo è il tema del “Corale di Sant’Antonio”, che all’epoca si riteneva che Haydn avesse ripreso da un antico canto di pellegrini in un suo Divertimento, una composizione che oggi si ritiene di Ignaz Pleyel e che comunque deve notorietà proprio al processo variativo cui Brahms sottopone il sobrio e solenne tema popolare, spunto per otto variazioni culminanti nella maestosità di una passacaglia finale.
L’architettura musicale è determinata invece dal “contenuto” in quella nuova forma che è il poema sinfonico, di cui Franz List è uno dei principali fautori. A ispirare questo che è il sesto dei suoi poemi sinfonici, complessivamente tredici, è un personaggio realmente esistito: Ivan Stepanovič Mazeppa, nobile e militare ucraino vissuto tra Sei e Settecento, con una vita ricca di avventure e di colpi di scena, amori tragici e complotti, tanto da ispirare appunto musicisti, pittori e poeti, come Victor Hugo che su di lui aveva concepito il poema omonimo che servì a Liszt nel 1851 come base per la propria composizione – ma la figura lo affascinava già da anni, basti pensare che appena quindicenne, nel 1826 a essa aveva dedicato una pagina pianistica il cui materiale viene poi ripreso e ampliato nell’unico movimento (articolato in tre parti) del Mazeppa S100. Il cui intento descrittivo emerge fin dal fulmineo accordo iniziale, evocante il colpo di frusta con cui l’eroe sferza il cavallo, prima della cavalcata forsennata che lo porterà prima a una rovinosa caduta poi al trionfo finale.
È nell’ultima parte della serata che entra in scena il virtuoso Antoine Tamestit, protagonista di Harold en Italie op. 16, Sinfonia in quattro parti per viola concertante e orchestra, in cui Hector Berlioz affida allo strumento solista l’espressione dello stato d’animo del protagonista. La composizione nasce dalla sollecitazione di un musicista leggendario come Niccolò Paganini che avrebbe commissionato a Berlioz un brano che gli consentisse di esibirsi sulla sua straordinaria viola Stradivari. Sembra però che la partitura non risultasse di suo gradimento così che il compositore francese nel 1834 decise di ampliarla, ispirandosi a una fonte, di nuovo, letteraria. Come egli stesso spiega, creando: “una serie di scene per orchestra, dove la viola apparisse come una figura non continuamente in azione, ma pur sempre con un suo carattere specifico; volevo che la viola fosse una specie di sognatore malinconico, ispirato al Giovane Aroldo di Byron, inserendola tra i ricordi poetici delle mie peregrinazioni negli Abruzzi, di qui il titolo Aroldo in Italia”.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: da 15 Euro (ridotto 12) a 85 Euro (ridotto 80)
I giovani al festival: fino a 14 anni, 5 euro (ad esclusione del I settore); da 14 a 18 anni e universitari (under 30), 50% tariffe ridotte.
Il servizio navetta gratuito per il Palazzo de André, realizzato con il contributo di Tecno Allarmi Sistemi, percorrerà 2 volte la tratta Stazione – Palazzo M. De André, con partenza da Piazza Farini, alle ore 20.15 e 20.30. Al termine dello spettacolo due corse riporteranno gli spettatori al capolinea.