‘Swimmer’ degli You Beast You Act e il simbolismo dell’acqua

In occasione del lancio del loro nuovo singolo ‘Swimmer’, abbiamo avuto il piacere di intervistare gli You Beast You Act.

Come è iniziata la vostra avventura nel mondo della musica?
Eravamo avidi ascoltatori di musica negli anni ’80 e all’inizio degli anni ’90. Pensiamo che questo impulso a creare musica si sia sviluppato gradualmente. La storia recente degli YoU bEaSt YoU aCt inizia con Faye che incontra Alexios, che stava già usando la band come progetto solista e aveva fatto alcune uscite e concerti in passato. Con l’aggiunta di Faye alle tastiere si forma l’attuale duo con evidenti vantaggi rispetto al passato. Le composizioni possono essere liberate da certe forme, così come le esecuzioni dal vivo dagli svantaggi del “solo act”. A poco a poco abbiamo iniziato ad esplorare soluzioni darkwave e shoegaze, che ci ricordano i giorni e i suoni della nostra giovinezza.

C’è stato un momento decisivo in cui avete detto “questa è la nostra strada”?
Sì, naturalmente. Abbiamo sperimentato diversi strumenti come sintetizzatore, chitarra elettrica, basso elettrico, sassofono e diversi suoni di percussioni. Ad un certo punto Alexios ha deciso di provare melodie con molto riverbero sulla chitarra elettrica e abbiamo provato i sintetizzatori come suono di basso rumoroso di base. Crediamo che shoegaze e darkwave possano essere combinati, quindi abbiamo deciso di mettere più chitarre soliste al posto dei sintetizzatori solisti. La combinazione di questi due strumenti ha aperto il percorso musicale che cercavamo. Poi abbiamo dovuto iniziare a scrivere i testi. Immediatamente abbiamo capito che eravamo sulla strada giusta con i testi corrispondenti. Un viaggio atmosferico, rumoroso ma melodico con una destinazione specifica che enfatizza il viaggio fino ad arrivare lì, la nostra destinazione. Questa avventura ed esplorazione è la cosa principale che ci tiene impegnati con la musica oltre all’amore per suoni diversi.

Come avete superato le sfide che avete incontrato e cosa avete imparato da esse?
Il tempo è stato molto importante per superare ogni ostacolo in termini di strumenti, soldi per acquistarli, oltre che per sperimentare con essi. Tutto ciò, ovviamente, si è evoluto molto gradualmente e nel tempo. La seconda parte fondamentale è stata la realizzazione delle composizioni, delle tracce. Per noi non c’è sicuramente risultato se lavoriamo tante ore coccolati insieme. Il nostro metodo prevede due o tre ore al giorno. È molto efficiente se viene fatto ogni giorno e senza interruzioni. Quindi anche qui il tempo ha giocato un ruolo importante. A volte è anche molto interessante non concentrarsi su un solo pezzo. Possono essere due o tre contemporaneamente a seconda delle idee e dell’umore del momento. Altre volte una canzone può uscire molto velocemente. Niente è certo, tutto è sottosopra e questo è il fascino più grande del processo di scrittura.

Quali consigli dareste a chi sta iniziando la sua carriera artistica?
Il nostro consiglio è sempre quello di sperimentare e studiare con la musica e i suoni. Seguire le tendenze musicali attuali e provare a fare qualcosa di speciale con ciò che si vuole esprimere. Tutto nella vita dovrebbe evolversi ed emergere. Anche nella musica. Non bisogna pensare ai soldi, ma solo a creare. La pazienza e il lavoro costante sono un’altra virtù. Crediamo che nella musica moderna rispetto al passato più lontano, la sperimentazione con la tecnologia sia importante. Pertanto ogni nuovo pedale, nuovo sintetizzatore è fonte di attenzione e studio. A poco a poco tutto si sviluppa dentro di noi. Per quanto riguarda i testi, ci vuole molta lettura negli appositi libri, che siano di letteratura, filosofia o poesia. Niente è casuale e involontario.

C’è un messaggio che sperate di trasmettere attraverso il vostro nuovo singolo?
Speriamo che arrivino tanti messaggi. Crediamo che una buona canzone possa avere molte letture per ognuno di noi. Questo è il significato dell’arte. Per noi in particolare è la ricerca di noi stessi e il continuo sforzo umano. Attraverso la sua riflessione interiore dal suo movimento quotidiano. Non dobbiamo arrenderci ma andare avanti, continuare a provarci. Per “nuotare” fino alla fine della nostra vita. Per ritrovare noi stessi e la nostra destinazione. Con interesse, calma e stoicismo. Ci vuole sempre una grande forza affinché ogni persona possa farcela. Soprattutto in tempi critici. Per dimostrare la nostra identità, il nostro valore. Per lo più dobbiamo convincerci che ne siamo degni. E dobbiamo realizzarlo.

Avete intenzione di esplorare nuovi generi musicali nei vostri prossimi progetti?
Sì, siamo sempre aperti alle nuove tendenze e alla sperimentazione. Lo abbiamo fatto molte volte in passato e intendiamo farlo in futuro. Siamo molto sorpresi perché anche adesso che pensiamo che il nostro sound sia diventato molto meno sperimentale rispetto al passato, c’è ancora qualcuno che ci etichetta come musica “sperimentale”. Ci piace sempre fare qualcosa di diverso tra le nostre tracce. Niente è come il precedente tranne gli interpreti che ovviamente sono gli stessi. Non sappiamo ancora esattamente che stile avrà il nostro prossimo lavoro ma di sicuro alcuni brani saranno parecchio diversi da quelli attuali. Forse qualcosa di più d’atmosfera? O più post-punk? Tutte le idee verranno messe sul tavolo e, a seconda delle ispirazioni future, verranno realizzate.

Articolo precedente“Abbracciatevi, moltitudini!”
La Nona di Beethoven inaugura la Stagione Lirica di Padova

Articolo successivo“Domenica”: la ballata agrodolce di michiamanojack sulla F.O.M.O.