Terremoto Amatrice, procure e Anac indagano –
Dopo la tragedia, la conta delle vittime e la conclusione della prima fase dell’emergenza del terremoto l’ingranaggio delle procure si è messo subito in moto per indagare su decine di appalti per la messa in sicurezza degli edifici pubblici. Sotto le macerie e la polvere iniziano a emergere i primi sospetti, le prime ipotesi su false certificazioni antisismiche e lavori mai effettuati. Sì, perché in base a quanto è stato detto dai sismologi un terremoto con magnitudo 6 non può causare un simile disastro. Le cause sono da cercare tra giri di denaro, favori e molto altro. Le magistrature si sono attivate e sono partiti i sequestri degli edifici crollati nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla procura di Rieti subito dopo il sisma. Tra gli stabili a cui saranno posti i sigilli anche la scuola Capranica di Amatrice che era stata sì ristrutturata senza, però, il rafforzamento anti-sismico ed inoltre era stata indicata come punto di accoglienza del piano di protezione civile. I lavori e le indagini proseguono a ritmo serrato e, la procura di Rieti si è già attivata per iniziare ad ascoltare al più presto i tecnici comunali, gli amministratori e i sindaci di Accumoli e di Amatrice. Nel 2009, dopo il terremoto dell’Aquila, la provincia di Rieti ha ricevuto 84 milioni di euro da destinare alla ricostruzione e a questa somma si sono aggiunti trasferimenti dello Stato, progetti finanziati dalla Regione e gli aiuti della Chiesa. Tutto sarebbe dovuto essere a norma e, la terribile scossa del 24 agosto avrebbe dovuto solo far tremare gli edifici, le chiese e i monumenti ma nulla o poco sarebbe dovuto crollare. La procura ha delegato ai nuclei di polizia giudiziaria di carabinieri, corpo forestale e guardia di finanza l’esecuzione dei sequestri degli edifici lesionati, come nel caso della scuola ‘Romolo Capranica’ di Amatrice. L’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, nell’ambito della propria attività di vigilanza, si è rivolta alla Guardia di Finanza chiedendo di acquisire l’intera documentazione relativa alle gare per i lavori di ristrutturazione del plesso scolastico di Amatrice e in particolare di svolgere accertamenti sugli affidamenti degli appalti. Nulla verrà lasciato al caso, tutto passerà sotto la lente d’ingrandimento. La procura di Rieti lavorerà a tutto tondo partendo dagli “accertamenti sulle aziende che hanno effettuato i lavori di ristrutturazione dopo i terremoti passati per capire chi e come ha lavorato” senza però trascurare il lavoro portato avanti dai privati. A spiegarlo a chiare note è il procuratore di Rieti Giuseppe Saieva che prosegue affermando: “Nelle abitazioni ogni ristrutturazione deve essere l’occasione per ristrutturare la struttura portante. Se crolla e non avevo fatto l’adeguamento sismico questo fattore può essere un elemento di indagine. Nel caso in cui io non ho fatto l’adeguamento sismico ma controllando le macerie si capisce che ho posto in essere una condizione dell’evento morte di qualcuno, in astratto ci potrebbe essere una ipotesi di omicidio colposo. Ma stiamo parlando di ipotesi. Chi fa i lavori abusivi non è in possesso di documentazione, dunque gli accertamenti potrebbero essere complicati. Per i lavori disposti da strutture pubbliche c’è un’erogazione di denaro che lascia traccia, dunque ricostruire l’ iter sarà più semplice. Nelle indagini, è possibile che abbiano la priorità gli edifici pubblici che hanno causato vittime. Gli edifici pubblici senza vittime potrebbero essere stralciati dall’indagine principale, come nel caso della scuola elementare di Amatrice. Appena avrò tutti gli atti in mano sceglierò la polizia giudiziaria giusta per lavorare all’indagine. Gli spunti investigativi sono molti, alcuni provengono persino dagli approfondimenti fatti dai giornali. Inoltre prima di una possibile inchiesta sullo storno di fondi pubblici destinati a lavori su edifici “dobbiamo acquisire le carte, è il primo passo senza il quale non si può fare nulla – ha aggiunto il procuratore capo di Rieti uscendo dal tribunale accompagnato dal pubblico ministero Cristina Cambi. “Nell’inchiesta avremo probabilmente una mole imponente di materiale, un mare di carte, e dovremo distribuire bene le forze. Per ora cinque pm sono sufficienti, poi vedremo – ha proseguito – il terremoto è un fatto talmente sconvolgente che nessun ufficio ha mai avuto a che fare con qualcosa del genere. Ci dovremo coordinare con la procura di Ascoli”.