“To giants” di Antonio Simone è un omaggio al pianismo jazz di tutti i tempi

Al suo secondo album, il pianista pugliese Antonio Simone, con “To Giants” testimonia una maturità compositiva e una sensibilità rare. Realizzato in trio, il progetto musicale rende omaggio ai grandi pianisti-compositori della storia del jazz. Prodotto e distribuito da Birdbox Records etichetta discografica che da sempre da voce e spazio ai talenti nazionali. Disponibile in digitale dal 17 maggio e in pre-order in cd e nel prestigioso formato master tape (bobina).

Il Trio di Antonio Simone

In “To Giants”, Antonio Simone è supportato da una ritmica rodata e di spessore composta da Angelo Verbena al contrabbasso e Marcello Spallucci alla batteria. Il trio nasce nel 2018 e da allora si è esibito in tutto il mondo, dall’America alla Spagna, e naturalmente in Italia dove è salito sui palchi di prestigiosi festival nazionali.

Percorso musicale e professionale di Simone

Classe ’85, Antonio Simone si è formato all’Accademia Nazionale del Jazz “Fondazione Siena Jazz”, con insegnanti del calibro di Paolo Birro, Stefano Battaglia, Stefano Onorati, Aaron Goldberg, John Taylor, Peter Martin e molti altri. In questo periodo, grazie alla sua innata sensibilità ottiene l’incarico di pianista accompagnatore della SJU Big Band e SJU Ensemble collaborando con alcuni nomi noti del jazz italiano, per poi proseguire al Conservatorio “N.Rota“ di Monopoli e al Conservatorio “N.Piccinni” di Bari, per le classi di canto jazz. Parallelamente, lavora alla sua carriera artistica sia in qualità di sideman sia come leader. Nel 2022 pubblica il suo primo lavoro discografico “On My Path”. La ricerca di nuove sonorità e nuove forme espressive, lo porta alla genesi del nuovo album “To Giants” e alla nuova collaborazione con Birdbox Records.

L’album “To Giants”

“To Giants” si compone di 7 tracce che racchiudono al loro interno rivisitazioni di alcuni temi noti del jazz più mainstream riletti con un sound new jazz. Si pensi alla traccia dedicata a B.Powell e T. Monk, dal titolo “Giants’ melodies” (brano tratto dalle melodie di “Un poco Loco – Evidence”, ed un breve accenno a Very early di Bill Evans) o Mercy mercy mercy” di J. Zawinul.

Di particolare interesse è la traccia “Giants’ conversation” un elegante medley che racchiude melodie di famose composizioni come fosse un botta e risposta in jazz. Da “Dancers in love” di Duke Ellington (brano dal carattere stride piano, composto nel 1944 per omaggiare Fats Waller) a “Passion Dance” di McCoy Tyner (brano registrato nel 1967dal genere jazz modale-quartale), da “Well you Needn’t” di T. Monk (famoso brano del 1944, stile bebop ) a un breve accenno a Rapsody in Blue di G. Gershwin, Rockin’ Rhythm dello stesso Ellington, citazioni tratte da Blue Seven di Sonny Rollins e So What di Miles Davis per approdare e concludere con “Watch it” di H. Hancock, un artista molto caro ad Antonio Simone.

L’album si completa con African Flower” di D. Ellington (1962) in un sound originale caratterizzato dall’uso di uno strumento percussivo come il tar; ed Arabesque” di Ahmad Jamal (pianista a cui Simone si ispira per la concezione orchestrale del suo pianismo ed utilizzo degli spazi). Un brano, quest’ultimo, dalle peculiarità espressive e creative. Una sola traccia, non è dedicata a un pianista-compositore ma a un sassofonista; il brano si intitola “Naima” e omaggia J. Coltrane. Artista che ha segnato la chiusura del periodo bop e conseguente passaggio al free jazz, che ha avuto il merito di donare una visione mistica alle proprie composizioni. Non a caso Simone si lascia andare ad una intro con un interplay profondo e contemplativo tra contrabbasso e piano rhodes.

L’album “To Giants” si chiude con il brano “Remembering Sante’s way”, una fantasia improvvisata in piano solo che rievoca il sound impressionistico del pianista Santo Palumbo, che ha fatto la storia della musica jazz e pop negli anni ’60-’70 in Italia, a cui Simone è legato da profonda amicizia oltre che stima professionale.

Dove acquistare l’album “To Giants”

“To Giants” è disponibile in digitale sulle principali piattaforme online dal 17 maggio. Mentre il CD e il Master Tape si possono prenotare direttamente sul sito ufficiale di Birdbox Records. La pubblicazione del master tape è dettata da una continua ed interessante richiesta del mercato estero e in particolare di quello tedesco che riconosce in questo prodotto analogico un ritorno al passato di grande valore. Testimonianza che il percorso intrapreso ormai da diversi anni da Birdbox Records, stia andando nella direzione giusta.

L’etichetta discografica Birdbox Records

Birdbox Records nasce nel 2021 dalla mente visionaria di Lorenzo Vella. Si occupa principalmente di jazz e nel suo roster si possono trovare artisti di spessore: i pianisti Luca Mannutza e Francesca Tandoi, i chitarristi Umberto Fiorentino, Claudio Quartarone e Francesco Mascio, i sassofonisti Max Ionata e Paolo Recchia, il batterista Sasha Mashin, solo per citarne alcuni.

Fondamentale per ogni produzione è la qualità della registrazione che vuole e deve restituire all’ascoltatore la sensazione di essere parte integrante dell’evento al momento dell’esecuzione. Quindi particolare cura alla scelta degli ambienti e alle tecniche microfoniche.

Birdbox Records crede che ogni tecnologia per la registrazione e la riproduzione audio sia valida. Ecco perché continua a dare vita ad ogni formato di riproduzione musicale – CD, LP, cassette, bobine – compreso il formato digitale. Questa varietà di formati ha permesso a Birdbox Records, in poco tempo, di conquistare distributori in tutto il mondo (Giappone, Cina, Spagna, Germania, USA, Canada, etc.).

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