Arriverà il nuovo disco per il cantautore calabrese Tommaso Talarico, figlio di una Toscana adottiva ma comunque romanticamente geloso del mare che qui diviene protagonista. “Il giorno prima di partire” è il nuovo singolo, il primo che anticipa questo disco di inediti che uscirà sempre per la RadiciMusic di Arezzo. Un brano delicatissimo che vede anche la splendida collaborazione di Marilena Catapano e un video assai evocativo diretto da Giovanni Folino ambientato anche sulla spiaggia di Steccato di Cutro. Il senso di una partenza significa tanto, nella vita quotidiana come nelle grandi tragedie che il mare ormai ci restituisce con violenza normalità. E noi a questa canzone chiediamo molto della finta quiete che ci portiamo dentro, fortunati come siamo nelle nostre vite dai tempi ostinati…
Partiamo da questo video: dov’è quel borgo e che effetto ti ha fatto cantare questa canzone sulla spiaggia di Cutro?
Il video è stato girato tra la casa dei miei genitori e il centro storico del mio paese natale, Petronà, un paesino che si trova proprio ai piedi della Sila Piccola. Il centro storico di Petronà è un luogo in cui i vicoli e le case trasudano storie fatte di molte cose. Di miseria, fatica ed emigrazione, è vero, ma anche di gioia e condivisione tra famiglie che allora erano numerosissime, di lotta e impegno per un futuro migliore. Molti paesini della presila catanzarese e del Marchesato di Crotone sono stati teatro di lotte per la terra e per il lavoro, in anni in cui i problemi individuali trovavano la via per divenire impegno collettivo. Adesso è in larga parte disabitato, ma io credo, come dice anche l’antropologo e scrittore Vito Teti, che sia necessario restituire un senso nuovo a questi luoghi, reinventandoli. Mimmo Lucano, per esempio, provò a seguire questa strada per Riace.
Cosa ha davvero ispirato questa canzone? La tragedia degli uomini o quel certo modo di concepire una partenza nella vita di tutti?
Rispondo qui all’ultima parte della tua domanda precedente. La canzone è stata ispirata prima di tutto dal sentimento personale del distacco dal luogo in cui ho le mie radici, un qualcosa difficile da spiegare, in italiano malinconia non è adatto. Forse la parola che più si avvicina è dialettale, ‘a picundria, sui cui già Pino Daniele scrisse un pezzo commovente, simile alla “saudade”. Un sorta di nostalgia che abbraccia passato, presente e futuro insieme. Intorno a questo sentimento si sono coagulate impressioni che mi erano rimaste dentro in due occasioni diverse, sulla spiaggia di Riace in un giorno in cui soffiava un vento fortissimo, non c’era nessuno, il mare si increspava e alle nostre spalle passava ogni tanto il treno, e poi a Scilla, nel borgo di Chianalea. Lì ho immaginato i pescatori del futuro gettare le reti all’ombra del borgo sommerso. Da questo insieme di sollecitazioni lo sguardo si è allargato, fino ad abbracciare un sentimento collettivo, quindi la tragedia degli uomini. Io conoscevo già quei luoghi dove abbiamo girato le scene sulla spiaggia,ci ho passato molte giornate estive. È chiaro che trovarsi lì dopo l’immane tragedia che si è verificata non può lasciare indifferenti.
Ci sono anche tracce di biografia personale? Visto i luoghi dentro cui è ambientato il brano…
Certamente. Tutta la canzone parte dalla storia mia personale e da quella di tante persone della mia famiglia. Io ho la tendenza, nella composizione, a cercare questo contatto tra il mio personale destino e quello degli altri. Credo sia il mio modo di non sentirmi estraneo rispetto alle storie che racconto.
Il nuovo disco di Tommaso Talarico… dove, come e quando?
Il disco è in preparazione. Nel mese di aprile registreremo tutte le canzoni in presa diretta, dopodiché ci sarà un breve passaggio in post produzione. Posso dire che l’album sarà quasi un “concept” , ci sarà un filo conduttore ben individuabile. Per quanto riguarda il suono, sarà un disco diverso rispetto al precedente, più uniforme nella concezione, questo posso dirlo con certezza.