La casa editrice Albatros ha di recente pubblicato il romanzo d’esordio dello scrittore toscano Nicolò Pedreschi, “Purpureus Terrae”, una storia che attraversa il mondo della fantascienza e della distopia dando vita a un thriller di suspence che cattura il lettore irrimediabilmente.
L’opera di Pedreschi, però, non sembra esaurirsi nella sola volontà di intrattenere i suoi lettori, ma pare evidente che intenda lasciare loro qualcosa di più oltre il brivido, nascondendo tra la trama un messaggio molto attuale.
La narrazione di “Purpureus Terrae” esordisce nell’anno 3202, in un lontano futuro in cui la vita sulla Terra si è ormai spenta.
Gli esseri umani, dopo aver a lungo tentato un luogo in cui insediarsi ed ergersi a capi supremi e assoluti, si sono riorganizzati. Hanno creato nuove regole, nuovi modi per tenersi in vita. Eppure, nonostante il mondo non sia lo stesso di quello che oggi abitiamo, alcune cose gli somigliano – e forse è proprio qui che si ritrova il messaggio di Pedreschi: poiché il nuovo assetto mondiale si basa sulla forza dei potenti e sui loro privilegi, a discapito della fascia più povera della popolazione, coloro su cui si fonda tutto il sistema economico e produttivo.
Dividendosi tra paesaggi desueti che spesse volte ricordano, pure metaforicamente, quelli che conosciamo, il lettore di “Purpureus Terrae” si troverà a tentar di risolvere il caso assegnato a William Lion Hellmann.
A guidare il lettore di “Purpureus Terrae” è proprio un protagonista maschile, un narratore in prima persona, il console William Lion Hellmann, i quali ideali e principi sono molto distanti da quelli a cui è chiamato a rispondere. Infatti, tutto comincia quando il portavoce ufficiale del presidente della WSCO, Thomas Ardelan, viene ritrovato esanime nel suo luogo di lavoro.
Ma ogni cosa lascia pensare che non si tratti di un incidente fortuito. Ci sono segreti, calcoli e programmi che portano il lettore a credere che la verità non sia quella in cui si imbatte nell’incipit. C’è una sola pista da seguire: scoprire a chi appartenga l’arma singolare con cui il portavoce ufficiale è spirato a miglior vita.
Lo stile di Pedreschi in “Purpureus Terrae” è moderno, rappresentato attraverso un linguaggio semplice ma evidentemente sostenuto da una bibliografia di riferimento non certamente ridotta.
C’è tutto un immaginario fantascientifico in “Purpureus Terrae” che richiama, in qualche modo, le ambientazioni futuristiche di Licia Troisi. Letteralmente, a far da sottofondo all’intera vicenda è una playlist musicale disponibile anche su Spotify, che ben racchiude i sentimenti e le vibrazioni in cui il lettore si imbatte pagina dopo pagina, in un climax crescente di adrenalina e suspense. Un romanzo che non possiamo che consigliare vivamente a tutti gli appassionati del genere, e anche a chi, con insistenza, preoccupato dai giorni e dai tempi che viviamo, si chiede e ipotizza come sarà il mondo tra mille anni.
Pedreschi regala ai suoi lettori un romanzo che merita d’esser letto, ma soprattutto compreso. Poiché, come si diceva all’inizio, “Purpureus Terrae” è un romanzo di alta godibilità letteraria ma tuttavia intende lasciare un segno, un messaggio chiaro ed evidente. Un’opera ricca di rimandi storici e filosofici, dove fantasia, scienza e realtà si mescolano, dando vita a un mix letterariamente esplosivo.