Due nuovi appuntamenti, venerdì 10 e sabato 11 maggio, per Tramjazz, un’iniziativa curata da Nunzia Fiorini e Anna Maria Sciannimanico, per Brecce per l’arte contemporanea, in collaborazione con Atac. Una serata di spettacolo composita che offre insieme un concerto jazz, una cena, e un tour notturno nel centro di Roma, a bordo di un tram storico, restaurato e risistemato come ristorante e sala da concerto viaggiante. Venerdì 10 giugno, Sketches from Angels Town con Giovambattista Gioia, tromba, Paolo Ravaglia, clarinetti, Paride Furzi, contrabbasso e Gegè Munari, batteria.
Sabato 11 giugno,“Dancing in the dark” con un quartetto che vedrà la presenza di uno dei grandi interpreti del jazz italiano, Maurizio Giammarco al sax. A completare il quartetto, Paolo Ravaglia, clarinetti, Marco Acquarelli, chitarra e Marco Loddo, contrabbasso.
Maurizio Giammarco vanta una carriera ormai ultra trentennale al servizio del Jazz e dell’improvvisazione in tutte le sue molteplici forme. Forte, in primo luogo, di un profondo e appassionato legame con tutta la tradizione del Jazz, il suo percorso artistico è stato parimenti sempre caratterizzato da una sorta di spirito nomade che lo ha spesso portato verso altri territori musicali, nel segno di un’inesauribile volontà di ricerca. Sia sul piano stilistico che compositivo, dunque, l’identità di Giammarco va cercata nella sintesi che egli cerca continuamente di operare sul suo vissuto artistico, per quanto vasto ed eclettico possa sembrare.
L’idea di sintesi emerge chiaramente in tutti i suoi attuali progetti musicali: dal quintetto Megatones, dove spicca soprattutto un originale lavoro di composizione, al trio Tricycles con John Arnold e Dario Deidda, aperto alle più svariate contaminazioni; dal quartetto “acustico” diretto insieme al formidabile pianista americano Phil Markowitz, espressione di un jazz molto contemporaneo e raffinato, fino alle performances in solo o in duo con l’artista Claudio Palmieri, che lo hanno visto protagonista in importanti musei e gallerie d’arte nazionali. Infine come direttore artistico della Parco Della Musica Jazz Orchestra (PMJO), Giammarco sta ora esplorando anche la dimensione orchestrale, con progetti originali suoi e altrui. Nato a Pavia nel ’52, ma residente a Roma fin dall’infanzia, Giammarco, folgorato giovanissimo dall’ascolto di Duke Ellington, comincia a suonare il sax ten. a 14 anni.
Frequenta più tardi il corso di jazz tenuto da Gaslini a S.Cecilia (Roma-’72), il Creative Music Studio di Karl Berger a Woodstock (USA-‘75), studia armonia col compositore Gino Marinuzzi e sassofono a New York col leggendario didatta Joe Allard. Dal ’76 dirige gruppi con cui propone la sua musica, il più importante dei quali, Lingomania (forse la band più famosa degli anni ’80) s’impone nei referendum di Musica Jazz dell’ ‘84, ’85, ’87 e di Guitar Club dell’88 e ’89 come miglior gruppo italiano. Importanti anche l’Heart Quartet (attivo dal ’93 al ’97), La Day After Band (‘90-‘91) e vari Trii.
Come sideman ha spaziato in contesti assai diversi: dalle forme più radicali dell’improvvisazione al mainstream; dal jazz-rock (Blue Morning, New Perigeo), al folk progressivo (Canzoniere Del Lazio, Carnascialia). In campo jazzistico collabora con Chet Baker (tour nell’80 e 81), Lester Bowie (in Italia e a New York nel 78 e 79), Gaslini, Vittorini, Pieranunzi, Rava, Giovanni Tommaso, Bruno Tommaso, Paolo Fresu e Miroslav Vitous. Ma ha anche suonato e registrato con Dave Liebman, Aldo Romano, Joe Bowie, Marc Dresser, Joe Diorio, Franco Ambrosetti, George Gruntz, Billy Cobham, Peter Erskine, Marc Johnson, Harvie Swartz, Marvin Smith, Kenny Wheeler, Phil Woods, Toots Thielemans, Dean Johnson, Ron Vincent, Peter Washington, Joe La Barbera, Riccardo Del Fra, Mike Melillo, Art Lande, Jon Faddis, Conte Candoli, Bobby Durham, Daniel Humair, Kim Plainfield, Lincoln Goines, Sagoma Everett, Danny Gottlieb, David Fiuczynski, Tom Harrell e moltissimi altri musicisti italiani e stranieri. Altre sue attività includono didattica (seminari sull’improvvisazione), produzione discografica e concertistica, composizione di musica per teatro, danza, films e Cd Roms; arrangiamenti per orchestra sinfonica (per Rava) e orchestra d’archi (per Fresu); collaborazioni come solista in dischi e tournee di musica pop (Fiorella Mannoia, Mina, Nada, Cocciante, M.Martini).
Ha scritto un libro su Sonny Rollins edito nel ’97 da Stampa Alternativa. Votato miglior sassofonista italiano nel referendum della rivista Fare Musica nell’81, ha anche vinto nell’84 il premio RAI 1 come musicista jazz dell’anno. E’ presente in più di una sessantina di dischi di Jazz e da alcuni anni è direttore artistico della rassegna Termoli Jazz Podium. Il suo nome compare nella Biographical Encyclopedia Of Jazz di Leonard Feather e Ira Gitler.
Gli ingredienti di TramJazz sono tutti di alto livello: le bellezze di Roma, la squisitezza dei cibi, ma anche l’originalità e la qualità delle proposte musicali e dei musicisti che vi partecipano.Fra questi, Bill Smith – un monumento del jazz contemporaneo – Paolo Ravaglia, Elio Tatti, Giampaolo Ascolese, Maro Loddo, Filiberto Palermini, Renato Gattone, Massimo D’Agostino, Gabriele Coen, Andrea Avena.La cena, interamente a base di prodotto enogastronomici del Lazio, è curata dall’Enoteca Regionale Palatium. L’appuntamento è a Piazza di Porta Maggiore, alle nove di sera.
Il traffico delle auto è ormai scemato e finalmente si possono ammirare meglio i resti monumentali della piazza, la Porta, edificata sulle arcate dell’acquedotto Claudio, le Mura Aureliane, il maestoso sepolcro del fornaio Eurisace e della moglie Atistia (I a.C.), la Piazza, una concrezione di storia e civiltà del tutto particolare.
Ci si incontra per un primo aperitivo sulla banchina, al centro della Piazza, vicino al casottino verde dei controllori. Ecco che arriva il tram, una bella vettura grande e robusta, uno Stanga 1947, che non è un tram qualsiasi ma quasi una leggenda, un articolato che non solo impreziosisce la collezione storica di Trambus, l’azienda di trasporto pubblico romana, ma tiene ancora splendidamente la strada, come faceva nell’ottobre del 1947, quando iniziava la sua corsa sui binari di Roma, lungo la dirittura breve della linea 37, tra Piazza Cavour e Piazza Bainsizza.
Completamente restaurato, ora è divenuto un elegante ristorante e sala da concerto viaggiante.
Si vedono dai finestrini i tavoli imbanditi e il baluginio delle luci di candela che illuminano questa insolita cantina. Dal tram giunge un accenno a un primo tema musicale, un primo richiamo per gli spettatori a intraprendere il viaggio.
Partenza. Da Porta Maggiore alla Piramide Cestia, ai Fori Imperiali, passando per Piazza Vittorio, muovendosi per Roma con la giusta, necessaria lentezza, utile a far corrispondere a un tempo reale un proprio interiore tempo mentale. Fino al binario-sosta nel Parco del Celio, a due passi dal Colosseo.
Intorno, la città eterna confonde continuamente realtà e finzione, memoria e presente, in una trama ogni volta differente che scambia il perenne con il provvisorio e viceversa.
Intanto, sul tram, stiamo per intraprendere un altro viaggio. Si accendono le luci del palco. Il jazz si incontra con un contesto così particolare da divenire anche una metafora d’eccellenza per questa speciale forma di musica-vita che è sempre musica in viaggio, spazio privilegiato del confronto e della fusione di tradizioni e generi diversi.
Partenza h. 21,00 P.zza di Porta Maggiore
Biglietto €. 59,00 + 6,00 prevendita (comprensivo di cena)
durata tre ore
prenotazione obbligatoria:
per info: info@tramjazz.com
Anna Maria. 338 114 7876 begin_of_the_skype_highlighting 338 114 7876 end_of_the_skype_highlighting
Nunzia: 339 633 4700 begin_of_the_skype_highlighting 339 633 4700 end_of_the_skype_highlighting