Trento Musicantica, L’incanto di Orfeo. Giunto ormai alla trentunesima edizione, è in calendario dal 6 ottobre al 18 novembre il Festival internazionale TRENTO MUSICANTICA. Il programma dei concerti è stato illustrato oggi nell’ambito della piattaforma di comunicazione Cultura Informa dal presidente del Centro di eccellenza “Laurence K.J. Feininger” Danilo Curti; dal direttore artistico Roberto Gianotti e dal direttore del Centro Servizi Culturali S. Chiara Francesco Nardelli. Sono intervenuti nel merito dei singoli appuntamenti concertistici Paolo Delama dell’Ufficio Musica Sacra della Curia Arcivescovile e Antonio Carlini, direttore artistico della Società Filarmonica di Trento.
La figura di Orfeo, cantore capace di piegare al suono della sua lira gli animali e tutta la natura, rappresenta la potenza della musica. I due principali miti legati ad Orfeo sono quello della discesa agli inferi (katàbasis), che compie per riportare in vita la morta sposa Euridice, e quello dell’uccisione per sbranamento da parte delle Mènadi.
Letteratura, poesia, arte figurativa e musica si sono largamente ispirate a questi miti in tutti i tempi. Il Festival Trento Musicantica, organizzato dal Centro di eccellenza Laurence K.J. Feininger e dal Centro Servizi Culturali S. Chiara e giunto alla trentunesima edizione, propone quest’anno un itinerario variegato che dal Cinquecento giunge ai giorni nostri, con i due ultimi concerti dedicati monograficamente proprio ad Orfeo, ma quella potenza espressiva e commovente della musica così bene rappresentata dai miti orfici vive in tutti gli appuntamenti del festival.
Come accade da ben dieci anni l’evento propulsore del Festival è rappresentato dal corso internazionale di canto litugico Zelus domus tuae comedit me, in onore di Laurence Feininger, che aprirà il calendario (dal 27 settembre al primo ottobre 2017). Il corso prosegue la riflessione, lo studio e la pratica del canto gregoriano e dei suoi repertori affini (anche quelli dei secoli XV-XVII, trascurati dalla ricerca) e si conclude con la celebrazione della solenne Messa in latino per far rivivere il canto liturgico nel luogo che l’ha generato e custodito per due millenni.
All’interno del corso Zelus, il 27 settembre alle 17, si svolgerà una tavola rotonda su Renato Lunelli nel 50° dalla morte. Il celebre organologo, organista, compositore e musicologo trentino fu il primo ad occuparsi con una certa organicità della storia della musica antica nella regione tridentina, e ci ha lasciato studi ancora fondamentali sui codici musicali trentini del Quattrocento e sulle vicende musicali del periodo del Concilio. Il concerto inaugurale (in calendario a Trento venerdì 6 ottobre e replicato a Rovereto giovedì 12) è incentrato dunque su composizioni organistiche e pezzi sacri corali o solistici, generalmente con accompagnamento d’organo, di Renato Lunelli, che risentono del suo legame con l’Associazione italiana Santa Cecilia.
Il secondo concerto vede la ricostruzione di uno straordinario Vespro spagnolo del primo Seicento con i salmi e il Magnificat nella splendida versione polifonica di Tomás Luis de Victoria, alternati ai brani in gregoriano affidati alla Schola antiqua di Juan Carlos Asensio: una delle poche occasioni in cui rivivere le melodie, il raccoglimento della preghiera cantata e l’emozione di un’antica liturgia spagnola.
Il terzo concerto, affidato al celebre gruppo strumentale Le Concert des Nations, diretto da Jordi Savall, si richiama all’iniziativa dei Concerti spirituali di Parigi: una serie di concerti tenuti al palazzo delle Tuileries, iniziata nel 1725 come occasione per ascoltare buona musica durante la Quaresima e in altri giorni santi, quando le attività musicali profane come l’Opera erano proibite. Il concerto è in questo caso interamente dedicato a composizioni del grande e prolificissimo contemporaneo di Bach: Georg Philipp Telemann.
Il quarto concerto ricostruisce in prima esecuzione moderna una grande liturgia eucaristica romana tra Sei e Settecento, con la grande Messa policorale ‘Purpura et byssum’ di Orazio Benevoli (che sarà pubblicata in trascrizione moderna nel terzo volume della collana Monumenta Liturgiæ Polychoralis Sanctæ Ecclesiæ Romanæ), alternata al proprium gregoriano della Missa in Nativitate Beatae Mariae Virginis, oltre ad alcuni mottetti di scuola romana della stessa epoca. L’esecuzione si deve a due cori trentini di diversissima fondazione: la Corale Città di Trento (nata circa 150 anni fa) e la Corale polifonica dell’Università di Trento (nata l’anno scorso), affiancata dal gruppo vocale Laurence Feininger per il canto gregoriano.
Il quinto appuntamento rinnova la felice collaborazione con il Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento, cui afferiscono illustri personalità nel campo della prassi esecutiva e dell’esecuzione storicamente avveduta e propone le musiche eseguite per gli Intermedi dell’Aminta di Torquato Tasso, composte da Domenico Belli nel 1615, che mostrano il posto non secondario del compositore fiorentino tra i grandi del nuovo stile drammatico del recitar cantando.
Il sesto appuntamento si muove nell’approfondimento dello stesso ambito cronologico e tematico del concerto precedente, offrendo un ritratto di Orfeo che piange la sua Euridice perduta, ritrovata e nuovamente perduta per troppo desiderio, in una stupenda antologia di composizioni strumentali o a voce sola di Claudio Monteverdi e di suoi contemporanei nell’Italia del nascente Barocco.
Anche quest’anno, dunque, il Festival offre un calendario ricchissimo, che affronta repertori significativi e di raro ascolto della storia musicale e che vede la partecipazione di gruppi specializzati di alto valore artistico.
All’interno del Festival, come da tradizione, si svolgeranno altri importanti eventi di grande interesse musicale e musicologico: oltre al corso Zelus con la tavola rotonda su Lunelli ci sarà la possibilità di ascoltare presentazioni di libri, di visitare la Mostra di materiali d’archivio in Biblioteca Comunale, di dialogare con Jordi Savall alla Filarmonica.