“Il tempo per noi” è il nuovo album dei Malamore, la band salentina che, singolo dopo singolo, ci ha raccontato una grande e bella storia.
Una storia fatta a sua volta di tante piccole storie che creano un universo narrativo nella nostra immaginazione e ci sembra quasi di toccare con mano ogni parola.
Gli abbiamo fatto qualche domanda.
Il vostro nuovo album, “Il Tempo per noi” può essere definito un vero e proprio concept album. Avete fatto un percorso fatto di singoli e video per approdare poi all’album intero. Ci raccontate com’è nata l’idea di questo progetto?
E’ iniziato tutto due anni fa, come prova di sopravvivenza alle chiusure che tutti ormai sappiamo. Avevamo già qualche idea per un nuovo disco, ma era tutto ancora lontano dalla nostra mente, perché ne avevamo appena pubblicato il nostro primo Ep.
Non potendolo presentare live, abbiamo deciso di metterci a lavoro e cercare di restare uniti, per quello che si poteva, per la produzione di questo disco. Ce la siamo presa con la dovuta calma, fin quando non abbiamo capito che era il momento in cui la musica potesse ritornare ad essere ascoltata dal vivo.
I primi tre singoli usciti hanno un appeal molto vario sebbene conducano poi ad una storia che si conclude con l’ultimo video. Com’è nata la scelta di quei tre singoli e perché?
Per capire l’evoluzione di questo storia, bisogna fare qualche passo indietro.
Torniamo a due anni fa, quando nascevano i Malamore.
Oltre a scrivere e produrre musica, abbiamo sempre avuto la voglia di poterla raccontare attraverso delle immagini, delle storie che andassero oltre il significato di un testo, che fossero libere e figlie di una sensazione simile a quella che si prova quando si ascolta per la prima volta una canzone.
Siamo sempre stati attratti dal cinema “nostalgia” italiano e tra i nostri sogni c’ era anche quello di realizzare qualcosa che non si potesse solo ascoltare, ma anche vedere, con un’emozione diversa.
Questi tre singoli ci sono sembrati quelli che in un certo senso potessero raccontare al meglio l’evoluzione e la scrittura di questo disco.
Per tutto l’album si sente una profondità strumentale che, possiamo dirlo, è davvero raro sentirla. Chi suona gli strumenti?
Siamo in tre, ma tranne la sessione di archi e fiati, abbiamo suonato tutto noi. Si è cercato di dare spazio alla musica suonata con gli strumenti veri, lasciando solo una piccola ma non indifferente parte a tutto quello che si può definire sintetizzato.
La parte testuale di ogni canzone è un vero e proprio compito poetico che si sposa con la voce melodica del cantato: come avviene la stesura dei testi e della melodia?
Non esiste una formula vera e propria, ma di solito le canzoni vengono scritte in maniera molto immediata con una scrittura al piano o alla chitarra. Successivamente le elaboriamo insieme per cercare di darle una veste ancora più caratteristica e personale.
Avete delle date live in programma?
Stiamo programmando i live per quest’estate. Le date saranno pubblicate in questi giorni sui nostri canali social.