Anche in questo 2011 la persistenza della pandemia Covid e le incertezze su alcuni finanziamenti, hanno consigliato l’Associazione per i Concerti di Musica Antica di Valvasone di riproporre gli appuntamenti della stagione concertistica nello stesso periodo dello scorso anno.
Gli appuntamenti sono stati ridotti di numero (da quattro a tre) e i concerti prevedono meno esecutori, ma l’obiettivo di presentare comunque dei programmi e degli esecutori di un livello buono se non alto è stato comunque raggiunto. Il pubblico comunque giudicherà di persona.
Come è ormai abituale, l’ingresso sarà libero, ma anche quest’anno solo su prenotazione obbligatoria nel rispetto della normativa anti Covid, quindi l’ingresso sarà consentito solo a chi è in possesso di Green Pass valido, da presentare all’ingresso insieme con la stampa della prenotazione, il tutto anche sullo smartphone. Le prenotazioni sono attive dal 7 settembre tramite Eventbrite cliccando il link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-valvasone-48-stagione-concertistica-19-settembre-3-ottobre-2021-169877268483 . Tramite lo stesso sarà possibile cancellare le prenotazioni in caso di impossibilità di partecipare: chiediamo di comunicare la rinuncia al più tardi il giorno precedente in modo da poter avvisare chi non ha potuto prenotarsi.
Vediamo quindi in dettaglio i temi e gli artisti dei singoli concerti.
Il 1° concerto, sotto il titolo: Sweelinck e la scuola olandese, l’organista olandese Aart Bergwerff domenica 19 settembre 2021 alle ore 17 presenterà musiche di: Johann Adam Reincken, Jan Pieterszoon Sweelinck, Samuel Scheidt, Simeon Ten Holt e Anonimi eseguite all’organo monumentale di Vincenzo Colombi. Sweelinck e Scheidt non sono autori nuovi per le stagioni valvasonesi, ma è sempre interessante ascoltare le “letture” fatte da esecutori diversi.
Aart Bergwerff ha studiato organo al Conservatorio di Rotterdam e improvvisazione al Conservatorio dell’Aja. Si è perfezionato in Germania con Harald Vogel ed in seguito a Parigi sotto la guida di Marie-Claire Alain, dove ha terminato gli studi conseguendo il “Prix de Virtuosité”. È vincitore di numerosi concorsi internazionali e nel 2003 è stato premiato con medaglia d’argento della “Societé Académique des Arts, Sciences et Lettres” per i suoi meriti sulla cultura d’organo francese. Dal 1994 è docente di organo principale al Conservatorio di Rotterdam e docente d’improvvisazione e di organaria. Come consulente è spesso coinvolto nel restauro di organi storici e nella progettazione di nuovi strumenti. Svolge un’intensa attività concertistica in tutto il mondo. È organista presso la Grote Kerk di Breda e a soli 29 anni è stato nominato organista della Chiesa Luterana dell’Aja, diventando così titolare di uno degli organi storici più importanti d’Olanda, l’organo di Johann Heinrich Hartmann Bätz.
Il secondo concerto domenica 26 settembre, sempre alle ore 17, sotto il titolo Dal gotico al Rinascimento: ecco il dolce respiro dei portativi, la vivacità dei positivi e la magnificenza degli organi da muro; le esecutrici: Catalina Vicens all’organo e Lieselot de Wilde, soprano, proporranno musiche di: Francesco Landini, Antonio Zacara da Teramo, Guillaume Dufay, Heinrich Isaac, Josquin des Prez, Adrian Willaert, e vari Anonimi eseguite su ben tre organi diversi: oltre l’organo monumentale, il positivo della Chiesa dei ss. Pietro e Paolo e un portativo portato dall’organista.
Elogiata dalla stampa internazionale come una delle musiciste più interessanti nel campo della musica antica, il dinamismo e l’approccio di Catalina Vicens all’esecuzione storicamente informata e alla ricerca musicologica, l’hanno portata a diventare una degli esecutori più versatili e ricercati delle tastiere storiche della sua generazione.
Catalina Vicens, originaria del Cile, ha iniziato la sua carriera internazionale in tenera età. All’età di 20 anni aveva già suonato nelle principali sale da concerto di più di dieci paesi del Nord e Sud America, tra cui il Teatro Colón de Buenos Aires, il Kimmel Center di Filadelfia e il Teatro Municipale di San Paolo (Brasile). Ha studiato pianoforte moderno all’Istituto di Musica della P. Università Cattolica del Cile, clavicembalo al Curtis Institute of Music di Filadelfia, alla Musikhochschule di Friburgo e alla Schola Cantorum Basiliensis oltre a tastiere medievali in quest’ultima, ed esecuzione di musica contemporanea alla Musik Akademie Basel.
Specializzata nell’esecuzione su strumenti a tastiera antichi (dal XV sec. al primo Ottocento), è stata invitata a suonare sul più antico clavicembalo suonabile al mondo, presente nella sua registrazione “Il Cembalo di Partenope” (Diapason d’Or ); l’organo gotico del XV secolo di san Andrea a Ostönnen (uno degli organi più antichi e meglio conservati al mondo), nonché in un gran numero di prestigiose collezioni nel Regno Unito, in Europa, in Giappone e negli Stati Uniti. È anche riconosciuta per il suo lavoro con tastiere medievali e rinascimentali, lavorando a fianco di costruttori di strumenti specializzati nella “ricostruzione” di nuovi prototipi basati su fonti storiche, e per il suo lavoro a fianco di compositori per dare nuova vita a strumenti storici.
Nel 2021 Vicens è stato nominata curatrice della Collezione Tagliavini in Italia, una delle più grandi collezioni di tastiere storiche d’Europa, e direttore artistico del Museo San Colombano di Bologna, come successore del compianto Liuwe Tamminga, uno dei massimi esperti del repertorio organistico italiano insieme al M° Luigi Ferdinando Tagliavini. Catalina Vicens è anche docente di clavicembalo presso il Conservatorio Reale di Bruxelles. È stata invitata come Visting Professor di clavicembalo al Conservatorio di Oberlin (USA) e a tenere corsi di perfezionamento presso la Longy School of Music di Cambridge, la Flint Antique Harpsichords Collection (USA), l’Horniman Museum (UK), l’Universität der Künste Berlin e la Folkwang Universität der Künste di Essen (Germania), e insegna regolarmente all’Accademia di musica antica di Lunenburg (Canada), al Corso di musica antica a Burg Fürsteneck e al Festival internazionale di organo portativo (Germania) che cura dal 2011. È stata invitata come membro della giuria di vari concorsi internazionale di clavicembalo. Vicens si esibisce e registra regolarmente come membro di ensemble di musica medievale, rinascimentale, barocca e contemporanea in Europa, Nord America. Nel 2013 ha fondato l’ensemble Servir Antico, con il quale si propone di far luce sul repertorio e patrimonio intellettuale meno noto del periodo umanistico (XIII-XVI secolo) utilizzando il palcoscenico del concerto per condividere con il pubblico le voci di questi visionari di passato, ma anche impegnati a utilizzarlo per amplificare nuove voci.
Il soprano belga Lieselot De Wilde è un’artista di sfrenata versatilità e creatività. Si esibisce in musica antica, musica contemporanea, lieder e canzoni, creazioni di teatro musicale e propri progetti creativi. Canta con Ensemble Correspondances, Servir Antico, Hathor Consort, Imago Mundi, Zefiro Torna, Apotheosis, Les Talens Lyriques e pure in opere di Ben Frost e Philip Glass. Altre esibizioni nelle creazioni delle compagnie belghe Zonzo e LOD e fa tournée con loro in tutta Europa e Canada, oltre a lavorare sui propri progetti interdisciplinari. Il suo ensemble Bel Ayre, insieme al chitarrista jazz Peter Verhelst, è una collaborazione di musicisti con diverse esperienze musicali. Produce il progetto online Around the world in 72 canzoni. Lavora anche al progetto Figurines, una serie di opere d’arte e performance che si concentra sulla ridefinizione della femminilità e sulla rappresentazione delle donne nell’arte. Lieselot si è diplomata al Lemmensinstituut di Lovanio, ha studiato in seguito con Jard Van Nes e ha partecipato alla Accademia del Festival di Lucerna, diretta da Sir Simon Rattle.
Nel terzo concerto, domenica 3 ottobre, con inizio alle ore 16, realizzato in collaborazione con Altolivenzafestival 2021, si esibirà la Cappella Artemisia (voci e strumenti) diretta da Candace Smith. Presenterà musiche di: A. Tressina, C.M. Cozzolani, S. Reina, F. Martini, R. Aleotti, G.P. Cima, C.F. Rusca, L.O. Vizzana, M.X. Perucona, I. Leonarda, G. Gallo, G.M. Nanino, G. Cavaglieri, compositori sia maschili che femminili.
I componenti della Cappella Artemisia sono tutti esecutori affermati nel campo della musica antica e collaborano attivamente con altri ensemble come Il Concerto Italiano, L’Accademia Bizantina, Hesperion XXI, Malapunica, La Reverdie, ModoAntiquo, Concerto Palatino, La Risonanza, Les Arts Florissants e molti altri. La fondatrice e direttrice della Cappella Artemisia, Candace Smith (originaria della California ma residente in Europa dal 1975), si occupa da molti anni di musica storica scritta da donne, oltre ai suoi interessi per la musica contemporanea, il teatro musicale e il cabaret.
Tra la fine del XVI e tutto il XVII secolo, le cronache di storici e viaggiatori in Italia forniscono immagini di un favoloso mondo musicale abitato da donne: cantanti, suonatrici e persino compositrici. Tali rappresentazioni sono tanto più intriganti, considerando le restrizioni veramente draconiane che governano praticamente ogni aspetto della vita di queste donne di clausura, in particolare la loro musica. Inoltre, un velo di mistero avvolge questo repertorio: la musica scritta da e per le monache comprende spesso parti per tenore e voce di basso, e nei conventi era ufficialmente vietato l’uso di strumenti.
Come veniva eseguita questa musica? Cappella Artemisia è un ensemble di cantanti e strumentiste che tenta di fornire alcune risposte a questa domanda. Dedicato all’esecuzione delle musiche dei conventi italiani del XVI e XVII secolo, il suo repertorio comprende sia opere dimenticate composte dalle stesse monache, sia musiche destinate all’esecuzione nei conventi di compositori maschi più noti, ma presentate anche in questo concerto come sarebbero state originariamente ascoltate, cioè senza voci maschili.
Fin dalla sua nascita nel 1991, Cappella Artemisia ha ricevuto il plauso della critica e del pubblico sia per la rarità e originalità del suo repertorio, sia per l’alta qualità delle sue esecuzioni. È apparsa in alcuni dei più prestigiosi festival di musica antica europei e nordamericani e i suoi concerti e registrazioni sono stati trasmessi dalle radio di tutta Italia, Europa e Nord America. L’ensemble si è avventurato nel Settecento con la prima esecuzione in epoca moderna dell’oratorio Jahel di Baldassare Galuppi, composto per le ragazze dell’Ospedale dei Mendicanti veneziano (in collaborazione con l’Orchestra Barocca di Bologna). Oltre al tradizionale repertorio di musiche dei conventi italiani, le cantanti dell’ensemble sono state anche coinvolte in una moderna messa in scena di Didone ed Enea di Purcell in una esecuzione tutta al femminile che ricorda quella del 1689 in un elegante collegio di Chelsea per “giovani gentildonne”.
Cappella Artemisia prende il nome dalla pittrice Artemisia Gentileschi, una figura sorprendente nell’Italia del XVII secolo le cui realizzazioni artistiche stanno finalmente iniziando a essere riconosciute.
Candace Smith, mezzosoprano, è nata a Los Angeles ma vive in Europa dal 1975 (in Italia dal 1978). Dopo aver conseguito la Laurea in musica in California dove è stata particolarmente attiva nel campo della musica contemporanea, si è specializzata in musica medievale presso la Schola Cantorum Basiliensis sotto la guida di Andrea von Ramm. In Italia ha studiato, assistito e si è esibita con la defunta cantante Cathy Berberian. Nel 1994 ha conseguito un diploma in pedagogia vocale presso il Rabine-Institut für funktionale Stimmpädagogik.
Ha collaborato con numerosi ensemble di musica antica tra cui Sequentia, P.A.N. e il suo Concerto delle Dame (1978-89), uno dei primi a specializzarsi in musica composta da donne. Nel 1991 ha fondato l’ensemble (prevalentemente) femminile Cappella Artemisia, dedicato alla musica antica dei conventi italiani. Nel 1997 ha iniziato a pubblicare questo repertorio insieme al marito, il cornettista americano Bruce Dickey, con il nome di Artemisia Editions.
Come insegnante Candace Smith lavora con cantanti, attori, insegnanti e pazienti psichiatrici. Fa parte della facoltà della Bernstein School of Musical Theatre di Bologna e dell’Accademia Teatrale Veneta di Venezia.