Viaggio nella cantera blaugrana, fucina dei campioni – La “Masia” è il futuro del Barça. Un “nido” accogliente per gli oltre 600 atleti di 5 sport professionistici che ruotano attorno alla polisportiva Fc Barcelona, dai bambini che indossano per la prima volta le scarpe coi tacchetti ai veterani dell’hockey su rotelle. Un modello di vivaio imitato in tutto il mondo che oggi, in Sala Depero al Festival dello Sport, è stato raccontato da Carles Folguera, da 16 anni responsabile del progetto “Masia 360”, e da Guillermo Amor, ex canterano, colonna del dream team di Johan Cruijff e attuale responsabile delle relazioni istituzionali e sportive del Fc.
Il progetto “Masia 360” si basa su una visione integrale dell’atleta coinvolgendo studio, formazione, alimentazione, disciplina, educazione e pedagogia. L’ex capitano blaugrana Amor ha raccontato la sua esperienza personale, partendo dal sua arrivo nella residenza a 12 anni. “Senza questo servizio non sarei mai potuto andare a Barcellona. Mi ha cambiato la vita”.
La cantera è il gioiello della società, imitata in tutto il mondo. “Trent’anni fa, come oggi, il “rondo”, il torello, identifica il modo di giocare del Barcellona ed ormai è diffusissimo. A livello di modulo si gioca ancora con l’1-4-3-3, è quello che funziona meglio per le giovanili”, concordano i due dirigenti.
Carles Folguera ha evidenziato come i 100 metri che attualmente separano la “Masia“dal Camp Nou siano molto difficili da percorrere: “per questo, al di là delle 3 ore di allenamento quotidiano, le altre 21 le dedichiamo alla formazione e all’accompagnamento del ragazzo a tutto tondo, consapevoli che in prima squadra ci arriva solo il 10% di chi è nella cantera”. “Il talento – ha proseguito – da solo non sempre porta al successo. Io credo molto nella componente mentale, che è fondamentale per poter giocare davanti a 100 mila spettatori. Poi serve la resilienza. Un altro elemento importante è la famiglia, non deve mettere pressione”, ha testimoniato il responsabile del vivaio.
“Masia è sinonimo di famiglia, per questo è difficile quando si diventa amici dei compagni e alla fine della stagione ci si deve salutare, perché ci sono posti limitati”, ha ammesso Amor.