Da giovani si ricerca soprattutto il sesso (che è molto piacevole. Io non sono assolutamente mai stato un moralista. Come potrei vivere senza talvolta rimuginare le mie fantasie erotiche? Non siamo ipocriti. Brodskij scriveva in una sua poesia che siamo fatti anche di sogni sporchi. Fa parte della natura umana).
Ma ora che sono maturo scopro sempre di più i piccoli piaceri della vita. In fondo nella vita, giunti a una certa età, bisogna accontentarsi, non strafare, non chiedere troppo: a Pontedera gli anziani dicono di dare all’età quel che l’età richiede. Volete mettere camminare all’alba da solo indisturbato? Volete mettere una sana boccata d’aria fresca la mattina quando la città è addormentata e pochissimi rumori scalfiscono il silenzio? Volete mettere scambiare due battute con i vicini? Volete mettere dare e ricevere il buongiorno dalla simpatica cinese al bar Giulia a Pontedera, che ti dà un ottimo cappuccino a un euro e venti centesimi e riesce a farlo buonissimo e mai troppo caldo, nonostante tu sia il primo cliente (e in tanti bar il primo cappuccino invece non viene bene)? Volete mettere la domenica mattina trovare uno sconosciuto (che ti diventa amico a forza di trovarlo), accarezzare il suo cane e farci due discorsi? Volete mettere fare 12 km sull’argine (Pontedera-Ponsacco e ritorno) con Lele, l’amico di vecchia data a parlare sia di cose leggere che di filosofia e di come va il mondo? È la piccola gioia delle piccole interazioni sociali quotidiane!
La vita virtuale può rivelare i suoi risvolti negativi tra tentativi di truffe, bot, persone fraudolente, etc etc. A volte è estremamente salutare uscire dalla propria bolla social e andare incontro alla realtà, che ha anche quella molte magagne (è bene essere chiari). Di una cosa non sono sicuro. Ho un interrogativo in testa da tempo: è peggio il lato oscuro del web o quello della vita reale? Sono peggio le vendette e le ritorsioni del virtuale o del reale? È anche difficile distinguere il virtuale dal reale per tutti noi. Nel virtuale ci possono essere delle incomprensioni e dei fraintendimenti, perché talvolta non ci si conosce di persona. Ma le incomprensioni possono scaturire anche nella vita quotidiana. La barista confessa: “io i giovani d’oggi non li capisco. Vivono tutta la vita davanti al computer. Ai miei tempi era tutto diverso”. E come darle torto? Eppure la vita reale talvolta si rivela noiosa, troppo solitaria, povera di stimoli e allora connettersi a Internet è molto salutare. Tramite Internet posso essere in contatto con poeti, poetesse, giornalisti, giornaliste, intellettuali. Trent’anni fa non avrei mai potuto essere in contatto, conoscere, diventare amico di persone così distanti geograficamente. Uno sfigato come me, e per giunta provinciale, come avrebbe potuto trent’anni fa? Tra tutti i difetti di Internet va detto che ha anche il grande pregio di abbattere le distanze, almeno quelle geografiche. Internet è una grande estensione del nostro corpo e anche della nostra mente, in quanto il web è una grandissima intelligenza collettiva. È vero che un tempo c’erano luoghi e momenti di aggregazione reale che oggi sono solo virtuali. È vero che un tempo c’erano idee, ideologie, valori, miti che facevano da collante tra giovani e meno giovani e oggi non ci sono più. È vero che oggi i re dell’intrattenimento sono il porno, gli influencer, le pubblicità, le trasmissioni televisive leggere, che di fatto impongono canoni estetici, stili di vita e nuovi modi di essere, talvolta ridendo e scherzando. Se trent’anni fa mi avessero detto che un giorno tramite il web i miei scritti sarebbero stati letti da migliaia di persone non ci avrei creduto, perché allora le mie cose le leggevano solo pochi amici e poche amiche. Ma se trent’anni fa mi avessero detto che a 52 anni avrei avuto un solo amico, io, che allora avevo centinaia di amicizie, non ci avrei creduto.
Sicuramente abbiamo perso qualcosa per strada, ma abbiamo anche opportunità e strumenti che prima non avevamo: sta ancora a noi cogliere il meglio, fare buon uso dei nuovi artefatti. C’è comunque in me una continua interazione, un continuo interscambio tra reale e virtuale.
Cerco di prendere il meglio da entrambi e di farmi scivolare il peggio. In questi ultimi venti anni c’è stato uno stravolgimento, un cambiamento epocale nel modo di vivere, nel concepire la vita, nei rapporti umani, nel lavoro, nella società. La tecnologia ci ha cambiato la vita.
La rivoluzione tecnologica ha cambiato la vita molto di più del ’68 e del ’77. Nel frattempo continuiamo a vivere sospesi tra reale e virtuale (giocoforza non possiamo fare altrimenti).
Ma vestirsi e uscire, gustandomi la prima luce del giorno e l’aria fine del mattino, è ancora una delle poche cose che mi fa tirare avanti.