Nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Ihavevoice inaugura una mostra d’arte per sensibilizzare su questo tema che è una drammatica realtà nel nostro Paese.
Le opere in mostra sono tutte di artiste donne e indagano l’oggettificazione del corpo femminile, la violenza fisica e psicologica, il dolore delle vittime. Dipinti, sculture, fotografie, video e stampe, coinvolgono gli spettatori, offrendo un messaggio condiviso contro la violenza di genere.
Le opere avrebbero dovuto essere esposte nella suggestiva Sala Montani della Casa dei Diritti di Milano con il patrocinio del Comune nel Palinsesto dei Talenti delle Donne, ma la situazione emergenziale del Covid ha reso impossibile lo svolgersi dell’evento. La mostra è stata quindi convertita in virtuale, coinvolgendo le stesse artiste attraverso video e immagini dinamiche esposte sul sito e sulle pagine social di Ihaveavoice.
Le opere in mostra sono in vendita nella Galleria virtuale, sul sito di Ihaveavoice, pensata proprio per supportare le artiste donne. Sarà possibile acquistare anche una serie di cartoline raffiguranti le opere con delle poesie abbinate.
Queste le artiste partecipanti:
Valentina Lucarini Orejon, si laurea presso l’Accademia di belle arti di Carrara, partecipa a diverse esposizioni e viene selezionata per fiere internazionali. Nelle sue opere utilizza diversi media: argilla, marmo, cera, legno, ma anche fotografia e video mapping 3d. Presenta Ex voto scultura. Frammenti che trasmettono una sofferenza inflitta: strutture fisiche e muscolari palpitanti evocanti la forza che lega indissolubilmente corpo e anima e, allo stesso tempo, evocanti la fragilità umana. Scultura assemblata con il supporto della Fonderia Artistica Versiliese di Pietrasanta (Lucca)
Patrizia Bonardi, visual artist, vive e lavora a Bergamo. È stata vincitrice e finalista in vari concorsi, ha esposto in mostre e festival nazionali e internazionali. Presenta Femicide opera con tecnica mista: L’intrico di corde e chiodi racconta il contorto legame di sofferenza e perversione che prelude il femminicidio.
Elisabetta Di Sopra, video artist e docente presso il Master in Fine Arts in Filmmaking dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. La sua ricerca artistica si esprime attraverso il video ed una narrazione caratterizzata da azioni semplici ed incisive. Presenta Legàmi video. Un cuore diventa luogo simbolico delle emozioni. Trapassato da un filo rosso rappresenta tutti i legami che imbastiamo con le persone. Un attentato al cuore: la sofferenza e la condizione umana di essere vulnerabili.
Miriam Modena, video artist, si laurea all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia, indirizzo Nuove Tecnologie dell’Arte. Ha esposto in varie gallerie a Torino, Berlino, Roma e Melbourne. Presenta Il principio era il verbo video L’opera evoca i frammenti in continuo movimento della psiche che cerca di ricomporre sé stessa, a volte sbagliando direzione. Il messaggio dell’artista è un’esortazione a continuare a cercarsi, a risollevarsi.
Alessia Camoirano Bruges, laureata alla University of Arts di Londra, ha vissuto in più di dieci città, conoscendo diverse culture che hanno influenzato la sua arte. Il suo lavoro, video, pittura e scrittura, si focalizza sulle emozioni, sul femminile e sul concetto di identità. Presenta Be careful pretty face dipinto e poesia. Immagini e parole si fondono per denunciare l’oggettificazione del corpo femminile. Un grido di ribellione affinché la donna sia vista per tutto quello che è: molto più del solo corpo.
Alessia Scribano ha studiato Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Brera. La sua ricerca esamina il corpo femminile. Ha esposto con il collettivo artistico “La Faretra”. Presenta Dismorfie dipinto su carta. Soggetto di questi dipinti è il corpo nudo femminile, che viene ricreato, sovrapposto e deformato. La linea è protagonista assoluta e la ricerca estetica si concentra sulla celebrazione del corpo.
Vera De Tina, laureata all’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha vinto il concorso per giovani artisti “Africa e Daniele Comboni” nel 2011. Presenta Umanesimo universale installazione di sculture in carta giapponese. Sculture in carta giapponese, con tracce di parole scritte dalle donne ritratte. Il corpo diventa il veicolo verso la propria interiorità. La fragilità dell’io diventa materica, fragile come la carta utilizzata.
Stefania Gori, diplomata alla scuola di Scuola del Fumetto di Milano. Realizza dipinti, in particolare ritratti, utilizzando diverse tecniche. Presenta Volti acquerelli su carta. Ritratti femminili che pongono l’accento sulla teatralità dell’espressione del volto per far emergere ciò che è più profondo, come il senso di disagio dell’io.
“I have a Voice” (inglese per “Io ho una voce”) è una community fatta da donne per le donne e nasce come risposta alle numerose richieste di solidarietà e supporto, per dare loro la “voce” che meritano.
IhaveaVoice esordisce come una semplice pagina Facebook nel 2018, in seguito all’ennesima molestia subita dalla fondatrice durante una passeggiata serale nella sua città. Sconvolta dall’episodio, che purtroppo non era il primo, aveva solo voglia di urlare la sua rabbia, per cambiare il mondo. E così torna a casa, apre il computer, apre una pagina Facebook e scrive il suo primo post.
Nel tempo la pagina cresce, racconta le storie di tante donne, si batte per molte cause, aiuta moltissime donne, sostiene petizioni e campagne di sensibilizzazione su temi fondamentali.
Riferimenti Ihaveavoice
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